Progetto Dreaming Jeans
Apparizioni di jeans colorati
Testi di Valentina Malandra
Monza, maggio 2014. I primi jeans colorati
appaiono attaccati ad un palo a due passi dalla Villa Reale, centro nevralgico
della cittadina brianzola. Nei giorni seguenti vengono avvistati in
continuazione, cominciano a moltiplicarsi sotto lo sguardo curioso e divertito
dei cittadini e degli automobilisti imbottigliati nel traffico. Rossi,
verdi, gialli o azzurri: impossibile non notarli nel grigiore cittadino.
Scatta così una caccia all'origine dei pantaloni colorati, sui social compaiono
fotografie di persone perplesse e sulle radio locali se ne discute sempre di
più. Cosa significano? Perchè sono lì? I jeans continuano a comparire senza
preavviso, il mistero si infittisce e intanto qualcuno ride sotto i
baffi... È Roberto Spadea artista Monzese, ideatore del progetto Dreaming Jeans.
Cos'è Dreaming Jeans?
È un progetto artistico, la
materializzazione del sogno che Spadea rincorre da anni e che è diventato il
suo motto: una vita a colori. Esso consiste nell'installazione di jeans
colorati assicurati in modo stabile a pali e cartelli dismessi in luoghi tra
loro eterogenei. Che sia in centro città o in periferia, fuori da una scuola o
ad una fermata dell'autobus l'obiettivo dei jeans è quello di colorare la
città, di portare un faro di speranza in un mondo dipinto solo in toni di
grigio. Non opere su tela, ma sculture con la tela. La Tela dei jeans
diventa come la tela del ragno. L’artista, come un ragno, paziente, tesse la
sua tela per catturare attenzione. Come un ragno si arrampica, si nasconde ed
attende. Lo sguardo cade nella trappola tesa dalla tela dei jeans, e non può
sottrarsi all’effetto sorpresa. Così scrive Vittorio Raschetti nel testo
critico di presentazione del progetto.
Dopo mesi di mistero, l'artista fa coming
out sulla sua pagina Facebook e rivela l'origine dei Dreaming Jeans: «il
progetto è iniziato il 23 maggio 2014» spiega «abbiamo
appeso 12 jeans durante la notte, sequestrati nei giorni seguenti dai vigili
urbani». Un inizio burrascoso per i pantaloni colorati che poco dopo
però otterranno tutte le autorizzazioni necessarie dalla commissione
paesaggistica del Comune di Monza. L'idea è nata due anni fa quando Spadea
realizzò, in una delle sue continue sperimentazioni artistiche, un manichino
utilizzando un paio di suoi jeans per poi colorarlo. Da allora non è più
riuscito a fermarsi...
La scelta di rendere il jeans
protagonista non è casuale: l'indumento quotidiano per eccellenza, in
perfetta simbiosi con il corpo che lo indossa, viene decontestualizzato per
diventare qualcosa di insolito. Il jeans slavato, grazie al bagaglio di ricordi
che porta con sè, si veste di nuovi significati e porta a riflettere sulla
nostra vita che dovrebbe essere più colorata di emozioni. In un mondo ormai
schiavo dell'usa e getta, i jeans smessi che si rialzano autonomi sono pronti a
camminare nella città per valorizzarla. Sono installati a circa due metri
d'altezza in modo da ergersi come bandiera del colore, ben visibili da tutti.
Come sono fatti?
Come sono fatti?
La tecnica di realizzazione
utilizzata da Spadea consiste nell'inserire all'interno di ciascun capo due
tubi di cartone e della carta per «farlo sembrare vivo».
L'indumento viene subito vetrificato con della resina che rende il tessuto
rigido, impermeabile e non soggetto allo sbiadimento. Dopo una mano di bianco
come base il jeans assume infine uno dei quattro colori emozionali: rosso
passione, giallo sole, verde primordiale o azzurro cielo.
Un esperimento sociale
La fama del progetto si è costruita da
sola, grazie al passaparola e ai social network. E anche ora che il mistero è
stato svelato, Spadea ha trovato un altro modo per tenere alta l'attenzione sui
suoi Dreaming Jeans: ogni capo è unico poichè il denim, anche se
rimodellato, porta i segni fisici e i ricordi della persona che l'ha indossato
per anni. Quindi quando l'artista pubblica sulla sua pagina Facebook la
richiesta di nuovi pantaloni per continuare il suo progetto, viene
letteralmente inondato di... jeans! Tutti vogliono partecipare attivamente a
quello che è ormai diventato un vero e proprio esperimento sociale, dove ognuno
può mettersi in gioco e partecipare alla perfomance artistica collettiva.
«Tutti mi chiamano, sto andando avanti e indietro a ritirare jeans: è diventato
un tormentone!» scrive euforico Spadea sulla sua pagina. Ogni jeans,
identificato con il nome del propietario, è inserito in una mappa visibile in
rete così da renderne nota l'esatta ubicazione e il nuovo colore che ha
assunto: la Dreaming Jeans Map.
Dreaming Jeans alla conquista del mondo
Dreaming Jeans alla conquista del mondo
I Dreaming Jeans amano viaggiare e
lo sguardo di Roberto Spadea punta lontano. Visto l'entusiamo e la popolarità
che continuano a guadagnare, ci sono progetti per colorare altre zone di Monza
e anche di Milano. Quest'estate alcuni pantaloni sono stati avvistati in Sardegna,
a Porto Rotondo e Porto Cervo. Inoltre 4 fortunati jeans sono già approdati
oltreoceano, realizzati in loco e appesi per le strade di Manhattan. Ce
n'è anche uno giallo appeso fuori dal MoMa di New York «prima o
poi mi vorranno anche dentro» è il
commento ironico dell'artista. Glielo auguriamo davvero in attesa di vedere quali
altri posti saranno colorati dai frizzanti Dreaming Jeans.